lunedì 22 gennaio 2007

un razionale non c'è

Quante volte durante la presentazione di una nuova soluzione ad un cliente ci si sente richiedere "un razionale"? Secondo l'interlocutore subculturato "razionale" dovrebbe indicare una giustificazione, una spiegazione, un buon motivo, insomma una valida ragione per prendere una decisione, o per comprare o utilizzare il tal o tal altro prodotto.

"Non c'è un razionale alto di utilizzo...", "... quando trova quel razionale di query" (e che vorrà mai dire?) le ultime perle ascoltate proprio oggi in una riunione.

Quasi certamente il termine deriva da una errata traduzione del termine inglese "Rationale", trattasi quindi di falso amico. In italiano, invece, come sostantivo "razionale" ha un altro significato.

In filosofia indica (da usare solo al singolare ci suggerisce il DeMauro, ed, aggiungerei io solo, con l'articolo determinativo), parte dell’attività spirituale guidata dalla ragione: seguire il r. piuttosto che l’irrazionale

In ambito liturgico
1 drappo rettangolare multicolore, adorno di dodici pietre preziose simboleggianti le dodici tribù di Israele, che il sommo sacerdote ebraico portava sul petto quando entrava nel santuario o quando doveva decidere di questioni importanti;
2a nel Medioevo, veste liturgica purpurea che i vescovi indossavano sopra la pianeta durante la messa;
2b grosso spillone costituito da una placca d’argento o d’oro, con catenelle o fibule attaccata all’amitto.

In ambito storico
1 nell’Impero Romano, amministratore del patrimonio della corona;
2 nel Medioevo, ufficiale che amministrava il patrimonio di vari stati o comuni italiani.

Che il nostro interlocutore sia un filosofo o uno storico incompreso?

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