martedì 30 gennaio 2007

Informatica e idraulica

Alcune espressioni specifiche della terminologia idraulica sono utilizzate spesso in informatica specie in quei programmi il cui compito principale è quello di trasferire informazioni da un sistema all'altro: interfacce più o meno batch, più o meno realtime.

Da un documento di specifiche tecniche...
"Tale insieme di informazioni verranno memorizzate da ETL su una tabella temporanea e successivamente infasati sulla tabelle operativa “CELLE” dell’archivio di XYZ.
[Il Sistema ABC] opererà lo scarico delle informazione su base giornaliera ed effettuerà
le conversioni dei campi MCC, MNC, LAC e CELLID da NUMBER a CHAR."

Ad una prima lettura "infasare" potrebbe significare "scrivere sulla tabella" e quindi memorizzare nella tabella. Ma il verbo non esiste: forse che il termine "infasati" sia un refuso e l'autore intendesse "invasati"? da invasare, idraulica, riempire d’acqua un bacino, un serbatoio e simili e quindi per traslazione invasare dati in una tabella.
Probabilmente nel tentativo di non sembrare troppo rozzo l'autore scrive "operare uno scarico" anzichè il più semplice "scaricare" con l'effetto di aggravare la situazione: la catenella dello scarico dov'è?

"Questo middleware è un bocchettone a cui puoi attaccarci quello che vuoi"
"le performance? basta allargare il bocchettone..." (segue gesto con le mani)

In un articolo sulle moderne telecomunicazioni, invece è usato in modo leggermente diverso: "Ma, soprattutto, agli abbonati si offra una rete unica, con un solo bocchettone in casa, che si possa diramare ai diversi apparati"

Il termine bocchettone è mutuato dall'idraulica dove indica un'imboccatura di tubi e serbatoi fornita di valvola e chiusura ermetica. Nel primo caso, in cui l'argomento è il software, rappresenta un'interfaccia tra un software ed un altro, mentre nella frase presa dall'articolo rappresenta un dispositivo di collegamento con una rete fisica.

lunedì 22 gennaio 2007

un razionale non c'è

Quante volte durante la presentazione di una nuova soluzione ad un cliente ci si sente richiedere "un razionale"? Secondo l'interlocutore subculturato "razionale" dovrebbe indicare una giustificazione, una spiegazione, un buon motivo, insomma una valida ragione per prendere una decisione, o per comprare o utilizzare il tal o tal altro prodotto.

"Non c'è un razionale alto di utilizzo...", "... quando trova quel razionale di query" (e che vorrà mai dire?) le ultime perle ascoltate proprio oggi in una riunione.

Quasi certamente il termine deriva da una errata traduzione del termine inglese "Rationale", trattasi quindi di falso amico. In italiano, invece, come sostantivo "razionale" ha un altro significato.

In filosofia indica (da usare solo al singolare ci suggerisce il DeMauro, ed, aggiungerei io solo, con l'articolo determinativo), parte dell’attività spirituale guidata dalla ragione: seguire il r. piuttosto che l’irrazionale

In ambito liturgico
1 drappo rettangolare multicolore, adorno di dodici pietre preziose simboleggianti le dodici tribù di Israele, che il sommo sacerdote ebraico portava sul petto quando entrava nel santuario o quando doveva decidere di questioni importanti;
2a nel Medioevo, veste liturgica purpurea che i vescovi indossavano sopra la pianeta durante la messa;
2b grosso spillone costituito da una placca d’argento o d’oro, con catenelle o fibule attaccata all’amitto.

In ambito storico
1 nell’Impero Romano, amministratore del patrimonio della corona;
2 nel Medioevo, ufficiale che amministrava il patrimonio di vari stati o comuni italiani.

Che il nostro interlocutore sia un filosofo o uno storico incompreso?

giovedì 18 gennaio 2007

la nota, la posta e il mail

Girovagando per diverse aziende e quindi diverse subculture, direi subsubculture aziendali si possono sentire i modi più disparati e curiosi di nominare le e-mail.

In alcune aziende in cui si usa il software di posta elettronica Lotus Notes, può capitare che ti chiedano " ti è arrivata la mia nota?", "Hai letto la nota di...?". Questo è chiaramente derivato dal fatto che nel sistema lotus notes i messaggi di posta sono chiamati, in inglese però, "note". In italiano è un abuso, in quanto come dice il lemma 3b del De Mauro "comunicazione spec. ufficiale con cui si esprime un parere o si espongono i dati obiettivi di un problema, di una questione".

In altri ambienti può capitare di sentire "ti mando una posta" "hai letto la mia posta?". Il termine non è usato per indicare l'insieme dei messaggi/lettere ricevuti, ma il singolo messaggio. Un accanimento più un abuso più un falso amico (perchè presumibilmente avranno tradotto letteralmente mail) veramente orribile.

Accade anche spesso di sentire o leggere "un mail" "ti è arrivato il mio mail". "Ecco il mail a cui mi riferivo in riunione." Transgender.

Dire invece "una mail" è un lievissimo errore trascurabile, comunque da evitare se riportato in forma scritta. Meglio utilizzare una "e-mail" (con trattino se dovete scriverla) s.f.inv., termine ormai entrato a fare parte del vocabolario italiano.

"te la butto lì"

Frase entrata di diritto nella subcultura, quanto meno come abuso.
Significa: propongo questo argomento ma lo accenno solamente e non entro nei dettagli (sottintendendo che) lo discuteremo nel prossimo futuro.

mercoledì 17 gennaio 2007

TCP/IP, IVR, C++

I tre termini sono acronimi di sostantivi inglesi che significano rispettivamente:

  • TCP/IP: uno dei principali protocolli della Suite di protocolli Internet, quello su cui poggiano gran parte delle applicazioni Internet;
  • IVR: un sistema capace di recitare informazioni ad un chiamante interagendo tramite tastiera telefonica;
  • C++: un linguaggio di programmazione.
Quante volte, in una contaminatio fonetica degna della migliore subcultura, li abbiamo sentiti nominare:
Ti si pi, i pi
I vu ar
Ci plas plas

Il suono oramai pare quasi familiare, ma in questa configurazione il subculturato cade in una serie di incoerenze fonetiche inframmezzando pronuncia italiana con fonemi inglesi.

"Ho programmato per due anni in ci plas plas, non sarà difficile imparare java" racconta il giovane programmatore.
"Il protocollo ti si pi i pi è il protocollo di rete per eccellenza" dice con fare tracotante il sistemista di rete.
"E' impattato anche i vu ar" afferma con chiarezza il nostro architetto applicativo.

Mettere a fattor comune

E' chiaramente il risultato del "lavoro a quattro mani".

martedì 16 gennaio 2007

Correggetemi se sbaglio

Classico esordio di falsa esternazione di modestia che cela una leggera forma di tracotanza nel voler comunque esporre, o più frequentemente imporre, il proprio pensiero.
Di sicuro è una frase che si può evitare: in una riunione (generalmente) è concesso il diritto di commentare ciò che viene detto.

lunedì 15 gennaio 2007

in piena regola

Intermezzo di illegale subcultura estratto dal giornale gratuito locale "Cernusco in Folio".

"Decine di giovani della zona si erano dati appuntamento, presumibilmente tramite il consueto tam-tam su internet, nell'hangar abbandonato, dove dopo aver installato senza permesso un impianto sonoro con casse e altoparlanti, hanno dato vita a un rave party illegale in piena regola, con musica altissima e alcolici a fiumi."

venerdì 12 gennaio 2007

L'esordio nelle email

Una volta nella corrispondenza tradizionale, l'esordio era la parte iniziale o il principio della lettera vera e propria. Era allineato sempre a sinistra, con una maiuscola iniziale, seguito da una virgola e poi a capo.

Egregio Signor Rinaldi,

oppure

Caro amico,
Cara mamma,
ecc.


Oggi, nella corrispondenza telematica, l'esordio non ha più alcun canone estetico o formale: può essere mutevole, abbreviato, simbolico... insomma anche qui la subcultura dilaga.

Alcuni esempi:

L&G, (Ladies and Gentlemen)
All,
Folks,
Team,
*,
Dear all,
Ragazzi,
Cari colleghi,
Hi cuties,


Buona subcultura a tutti.

Sottomettere o la sottomissione

"Vi prego di compilare e sottomettere in bozza la vostra personale valutazione entro e non oltre..."
Sempre più la sottomissione di documenti o moduli o note spese entra a far parte della nostra vita professionale. Gli sfortunati utilizzatori del termine non ri rendono conto di incorrere nell'utilizzo di un noto false friend della subcultura.

Il termine proviene da To submit=inviare

Analizziamo il significato di sottomettere in Italiano:

  1. mettere sotto: s. i buoi al giogo | far accoppiare la femmina di un animale col maschio
  2. ridurre in proprio dominio, assoggettare con la forza o militarmente: gli Spagnoli sottomisero gli Incas
  3. tenere o porre una persona sotto la propria influenza con mezzi coercitivi o psicologici o esercitando un forte fascino: s. a se', ai propri capricci
  4. costringere a sottostare, sottoporre: s. a dure prove
  5. mettere in secondo piano, posporre

Quindi ricordate a cosa potreste andare incontro sottomettendo una nota spese...

giovedì 11 gennaio 2007

endorsement

"In forza di questo statement..."
"... sarebbe troppo facile ridurre agli effetti dell'endorsement pre-elettorale di Mieli a favore del centro-sinistra." Massimo Mucchetti in Il Baco del Corriere, ed. Feltrinelli 2006.

D'accordo che i termini statement ed endorsement erano segnalati da corsivo nel testo, ma non era possibile trovare un equivalente italiano? http://www.oxfordparavia.it/lemmaEng12286

martedì 2 gennaio 2007

il postino

Da quando si sono diffusi i forum in rete e soprattutto i blog, il verbo "postare", inviare un post (che potrebbe essere sostituito a seconda dei casi con articolo, intervento, commento o "pezzo"), si è diffuso rapidamente tra gli internauti e non solo.
Fin quando il termine rimane in una conversazione colloquiale, va beh è accettabile, ma quando è utilizzata in una comunicazione più o meno seria e ufficiale stona un po'. Questo il messaggio che compare sulla piattaforma typepad prima di inviare un commento.

"Prima di inviare il tuo commento, inserisci i numeri e le lettere che vedi nell'immagine sottostante.
Queste verifiche vengono usati per impedire che programmi automatizzati postino dei commenti."